Origine delle punizioni corporali

In epoca coloniale, la credenza puritana che l’umanità è innatamente contaminata dal Peccato originale di Adamo ed Eva ha portato gli adulti a vedere i bambini come contaminati da un elemento malvagio che doveva essere cacciato con la forza. I puritani credevano che tutta la disobbedienza e l’errore accademico fossero opera di Satana, e l’innata propensione dei bambini al male doveva essere distrutta attraverso il dolore e l’umiliazione. L’idea che la sofferenza possa correggere il comportamento indesiderato è diventata fondamentale per il design istituzionale, sia che il design fosse le scorte in cui i prigionieri venivano esposti per abusi pubblici o gli sgabelli sollevati e i tappi di duncan destinati a correggere il comportamento scorretto degli studenti o l’ignoranza attraverso l’umiliazione. “Risparmiare la verga”, si credeva, portava inevitabilmente a rovinare il bambino, quindi schiaffi, sculacciate e frustate erano generalmente intesi come utili strumenti educativi. Queste credenze persistevano. Infatti, già nel 1977, in Ingraham v. Wright, gli Stati Uniti. La Corte Suprema ha stabilito che la sculacciata non violava i diritti degli studenti, notando l’uso diffuso delle punizioni corporali per mantenere la disciplina in contesti educativi. Le punizioni corporali sono rimaste legali lì-dopo in più di 20 stati.

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